
Mi sembra importante riprendere anche questa volta gli stessi temi che erano il cuore di "M'illumino di meno", l'iniziativa di Caterpillar dell'inverno scorso: le risorse del pianeta non sono infinite e siamo responsabili per la loro conservazione e il loro mantenimento alle generazioni future.
Un aiuto che si può dare in cucina è quello di lasciare più spazio ai prodotti biologici.
Io, per prima, li uso con diffidenza: non credo molto alle certificazioni (bisogna saperle riconoscere per capire quelle affidabili e quelle no), sono prodotti più costosi e hanno tempi di conservazione più brevi (costringendomi a fare la spesa più spesso o a gettare un sacco di cibo).
La velocità con cui ammuffiscono i limoni biologici non finirà mai di sorprendermi !

* si risparmiano notevoli quantità di pesticidi che prima o poi ritroveremo nel nostro ambiente
* si diminuiscono le produzioni chimiche di pesticidi e conservanti, diminuendo la liberazione nell'ambiente di CO2, con gradi vantaggi sull'effetto serra e sul consumo di petrolio
* si crea una diversa logica di sfruttamento della terra, non più come "matrice" da coltivare, ma come ambiente in cui lavorare
* si creano necessariamente "catene più corte" tra produttore e consumatore, con vantaggi per tutti (ambiente, trasporti, costi, proprietà nutrizionali)
E' certo che siamo solo all'inizio, ma senza richiesta da parte dei consumatori per migliorare la qualità e quindi i controlli sui prodotti biologici, non si va da nessuna parte. E finché il sistema non "decolla" non diminuiranno neanche i prezzi.
La comunità europea, spinta forse dalle richieste dei nostri concittadini del nord-europa (che, bisogna ammetterlo erano conciati molto male in fatto di agricoltura biologica) , sta facendo la sua parte (vedi Agricoltura biologica).
Ritorno però alla domanda iniziale: perché in un blog di cucina?
Perché la conversione, anche se parziale (basta un 10% di aumento del consumo di alimenti biologici per avere un impatto significativo sull'ambiente - vedi mission organic ) prevede un cambio di abitudini importanti, per noi, figli del boom economico e della grande distribuzione!
3 commenti:
La questione della salvaguardia del creato mi sta molto a cuore, come credo tu sappia. Ecco perché cerco di usare con criterio detersivi e prodotti inquinanti. Ed ecco perché cerco, se posso, di comprare frutta e verdura bio. Fortunatamente dispongo di un orto che mi fornisce un po' di verdure e, quando le compro al supermercato, cerco di comprarle biologiche. Da noi si trova almaverdebio e non so se sia "biologically correct" ma comunque io mi trovo bene. Ho avuto prova della bontà, ad esempio, delle carote che hanno tutt'altro sapore da quelle non bio, e anche le patate e l'aglio si distinguono!
Non credo che sia impensabile consumare un 10% di cibi biologici: anche la pasta e il riso sono ottimi e il prezzo non è molto distante da quello dei prodotti convenzionali. Finalmente alcune catene di supermercati, con in testa la Coop, commercializza prodotti bio. Mi chiedo però... saranno davvero bio? E una certificazione garantisce davvero che i prodotti siano conformi ai requisiti? Comunque, se davvero serve, forse vale la pena cercare di raggiungere questo 10%. No?
Credo che la notizia diffusa da Legambiente in questi giorni(http://www.legambiente.eu/archivi.php?idArchivio=2&id=4705) valga più di ogni risposta.
OH, mamma mia!
Quindi via al biologico?
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