Ricette utili a chi vuole mangiare bene e stare meglio.
Dubbi, domande e forse qualche risposta sulle diete ideali o sugli ideali delle diete.
Riflessioni su quello che vedo sul lavoro o che mi capita in famiglia e che riguarda il cibo e la cucina.
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Settimana per la riduzione del consumo del sale

Abituata come sono ad usare il sale solo per l'acqua della pasta, per i brodi e per le cotture al vapore avevo sottovalutato l'iniziativa a cui ha aderito anche la SINU.
Soprattutto non avevo considerato l'impatto che può avere l'uso del sale nella ristorazione pubblica.
Devo ammettere che l'eccesso di sale è un problema per quasi tutti i miei pasti "fuori casa": la scelta degli alimenti in mensa, dove salavano ahimè anche il sugo per la pasta, era limitata; in pizzeria o al bar mi trovo costretta ad evitare il prosciutto, per me troppo salato e molti tipi di formaggi mentre al ristorante cerco alimenti in cui gli interventi del cuoco siano limitati.
Per cui, dopo una prima prova, evito i ristoranti, le pizzerie e le mense in cui ritengo eccessivo l'uso del sale oppure mi fermo a un primo assaggio e rinuncio ad altri piatti.
Questo non per motivi di salute, ho la pressione bassa e un po' di sale non guasterebbe, ma perché dopo essermi abituata, mi accorgo che il sale copre il gusto dell'alimento, invece di valorizzarlo. Non sono un'integralista "antisale", ma non vedo il motivo di aggiungerlo dove non è necessario. Il piatto buono è buono se ha ingredienti che hanno sapore, non se sanno di sale!
Sono consapevole però che quello che per me è "troppo sale" per molti è normale: i miei invitati lo sanno e, pazientemente, si salano l'insalata, la carne o il pesce sapendo che io non li salo e in mensa non ho mai protestato per l'eccesso di sale, a differenza dell'eccesso di altri condimenti.
Non mi aspettavo però, quello che mi è successo domenica scorsa in una trattoria romana.
Ho scelto una pasta cacio e pepe (dove, essendoci formaggio salato di suo e pepe in abbondanza non avrebbe dovuto essere aggiunto altro sale), agnello a scottadito (se proprio si vuole aggiungerne....) e insalata mista. Basta dire, per esempio, che su quest'ultimo piatto il sale era tanto da essere visibile ad occhio nudo anche ad una presbite come me..... E nel cestino, insieme al pane, pizza bianca, che per definizione non è sciapa.
Convinta della buona fede del ristoratore, credo che tornerò a dirglielo.
Non so se questo posto, che qualche anno fa era affollatissimo, fosse deserto per questo motivo o per la crisi economica. Sicuramente credo di aver ingerito in un pasto solo tutto il sale che in genere ingerisco in una settimana o forse in un mese.
Allora mi domando: perché?
Se un cuoco esagera col sale, secondo me, è per coprire un alimento senza gusto. Ma non era il suo caso, la carne era tenera e buona. Oppure per costringermi a bere più del necessario, ma dovendo mettermi alla guida, sono comunque costretta a fermarmi dopo il secondo bicchiere di vino (che già per una donna del mio peso, sarebbe oltre i limiti!!).
E allora che cosa ci guadagna? Sicuramente perde un cliente (anzi due, perché mio marito, essendo iperteso, del sale deve proprio fare a meno!). Se alla crisi ci si aggiunge anche questo, per me molti ristoranti possono chiudere!!
In fondo se un cliente ha "bisogno" di sale, può aggiungerlo personalmente. Oppure può aggiungere formaggio grana e pecorino sulla pasta, già ricchi di sale.
Ma nessuno può più togliere il sale aggiunto prima di andare in tavola.
I cuochi, che vogliono farsi apprezzare, ci riflettano......

1 commento:

Mirtilla ha detto...

bellissima segnalazione ;)